venerdì 27 maggio 2016

Brexit a che punto siamo

BREXIT: A che punto siamo ? Ancora un altro slittamento. La proroga è stata concessa dai vertici europei dopo il colloquio avvenuto tra quest’ultimi e la Premier britannica Theresa May. Brexit: a che punto siamo ? Cristina Marconi è giornalista freelance, a Londra da sette anni, scrive per Il Messaggero e Il Foglio di politica britannica e di cultura.


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Il primo ministro Theresa May è sempre più debole. Dopo il no dei deputati britannici al progetto di intesa tra il governo di Londra e l’Unione europea , il premier inglese Theresa May ha ottenuto dalla Camera dei Comuni un nuovo mandato per riaprire i negoziati con Bruxelles. A questo punto non poteva tradire l’impegno ad indire il referendum che aveva promesso. TELEFONATA JUNCKER-JOHNSON Nel tardo pomeriggio di oggi, agosto, ci sarà un ennesimo tentativo di sbloccare uno stallo lungo mesi ed evitare che si verifichi l’ipotesi peggiore, ma ormai sempre più probabile, quella di un’uscita senza accordo. In questa seconda intervista con la prof.


Si è parlato molto, negli ultimi tempi, di Regolamento di Dublino, a che punto è la sua revisione? Ce lo dice l’indice Brexometer L’indice trimestrale Brexometer di State Street misura il sentiment degli investitori nei. Come dire: non permette di cogliere le occasioni di nuovi mercati che si possono aprire in un mondo in continua trasformazione. Finora la Commissione ha presentato proposte legislative, sulle quali sono stati compiuti progressi significativi in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, che ne hanno adottate o concordate 7.

Una fotografia del mercato finanziario inglese. Tutto ciò non senza clamore e scalpore. Dato per scontato che ormai sappiamo tutti che anche senza accordi non avrà conseguenze devastanti per i paesi europei, ma solo per il Regno Unito, possiamo cercare di capire le probabilità che avvenga davvero. Nonostante molte aziende e banche siano pronte a spostare la sede legale in paesi ancora legati all’Unione Europea, la Nissan – dopo un colloquio privato con Theresa May – ha invece deciso di rilanciare la propria produzione in Gran Bretagna. Alessandro Belluzzo e Manuela Travaglini.


A quel punto , se un nuovo accordo non verrà raggiunto con l’Unione Europea, la Gran Bretagna potrebbe essere costretta a seguire le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che comporterebbero tasse più alte sulle importazioni e le esportazioni. Ma le paure legate alla bocciatura dell’accordo sono anche di altro genere. The backstop comporta anche nei fatti un temporaneo mantenimento dell’unione doganale. Quali potrebbero essere le conseguenze?


I punti principali: i diritti dei cittadini europei che vivono nel territorio britannico e dei cittadini britannici che vivono all’interno dell’Unione, il cosiddetto periodo di transizione successivo all. Le carte sul tavolo sono ancora molte. Da un lato si è conclusa la prima fase dei negoziati, utile a stabilire il quadro normativo sul mercato comune e il conto che il Regno Unito deve pagare all’Unione (pari a miliardi di euro), mentre dall’altro siamo nel pieno delle trattative sugli accordi commerciali. Giuliana Palmiotta intervista Marcello Minenna Vedi il video.


Probabilmente non siamo maturi per essere una potenza. A proposito dell’autocritica fatta pochi giorni fa da Juncker (ndr in riferimento al salvataggio della Grecia) vorrei ricordare che non si è trattato di un’autocritica. Venerdì giugno sembra una data molto lontana, con tutto quello che è successo da allora.


La sterlina ha dominato le notizie qui in Regno Unito. Il Mio Primo Quotidiano vuole essere la vostra lente di ingrandimento sul mondo che vi circonda.

Interverranno Caterina Conti, Francesco De Filippo e Roberto Bertinetti. Evento organizzato da Dialoghi Europei. Il novembre il governo britannico ha pubblicato una bozza di accordo con le sue proposte per l’uscita del Paese dall’Unione Europea. Questo contenuto è stato importato con un sistema automatizzato, senza intervento umano.


This Post Has Been Viewed 6Times. Siamo sempre stati bravi, come paese, a lavorare sulla quantità dei posti di lavoro, ora è tempo di occuparsi della qualità. Qualche punto su cui stiamo lavorando: primo, il problema per molti poveri inglesi era trovare un lavoro. Ora che in molti l’hanno trovato, il punto è dare loro un lavoro all’altezza dell’epoca in cui viviamo.


Oltre Gualtieri interverrà Niccolò Camponi.

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