giovedì 20 novembre 2014

Cosa fara il pd

Tranne una cosa : Ninete voto, niente parola al paese. Da capire, invece, cosa farà Silvio Berlusconi che ieri in serata ha diramato una nota in difesa di Mattarella e di attacco nei confronti dei cinquestelle e dell’ipotesi impeachment, senza però mai menzionare Salvini. Il PD ha sbagliato campagna elettorale, Veltroni doveva essere più deciso per conquistare più voti, anche per la situazione che vedeva Berlusconi favoritissimo. Inoltre era troppo presto per correre da soli , infatti ha consegnato l Italia. E qui toccherà al neo-segretario.


Il Pd , suggerisce Cacciari, deve imparare a non essere un partito moderato e Zingaretti dovrà organizzare una forza che dia rappresentanza a quella moltitudine di persone abbagliate dal fenomeno dei stelle. Perché quel tipo di fenomeno va organizzato e metabolizzato. E però è singolare che nei giorni della crisi di governo io abbia chiesto ai molti contatti che simpatizzano per il Pd cosa farà il loro partito, e nessuno – a parte qualche balbettio – mi abbia saputo rispondere. Cosa pensa il PD del programma del M5s: si può fare un governo insieme? I punti per l’Italia del MoVimento Stelle sono una specie di “libro dei sogni”.


Ed è per questo che, su molti temi, potrebbe essere possibile addirittura una convergenza con il Partito Democratico. Non si ricuce più” ha esclamato il presidente dei deputati Pd Ettore Rosato secondo cui “la scissione sia nelle cose e che i gruppi parlamentari si spaccheranno”. Scissione che i bersaniani non vogliono. La minoranza Pd vuole infatti capitalizzare il risultato uscito dalle urne per riprendersi la ditta. Il presidente del Pd ha parlato poi delle dimissioni di Matteo Renzi dalla carica di segretario che lunedì saranno approvate dalla direzione del Partito Democratico che probabilmente verrà affidato al vice Maurizio Martina.


Cosa fara il pd

Riteniamo questa una battaglia trasversale e di assoluta importanza ed emergenza , che la politica e’ tenuta ad abbracciare senza distinzioni di partito o movimenti. Cosa farà da grande Matteo Renzi Già, dimissionario: perché dopo le polemiche scatenate dal suo discorso di lunedì, Matteo Orfini ieri ha fatto sapere che Renzi le dimissioni le ha date davvero: “Si è formalmente dimesso lunedì”, ha annunciato il presidente del Partito Democratico sorvolando, come d’abitudine, sul fatto che l’ex segretario avesse detto altro in conferenza stampa. Non rimane che aspettare per vedere cosa farà Renzi fuori dal Pd.


Se vuole costituire un partito di centro moderato potrebbe essere la soluzione per quel partito di centro da tanti sognato, dopo il tramonto della Dc e dello stesso Pli e in parte anche del Pri. Il Pd non può usare lo Ius soli per minacciare il voto, è una pagliacciata. Secondo Paolo Mieli, ospite di Omnibus su La la questione della cittadinanza ai figli degli immigrati sollevata dal segretario Nicola Zingaretti è un bluff politico destinato a cadere nel nulla. Il Pd di Zingaretti vuole portare gli stipendi di deputati e senatori fino a mila euro al mese, per adeguarli a quelli dei parlamentari europei. Questa è la loro “nuova idea di Europa” che giustifica anche il “siamo europei” che Zingaretti ha inserito nel simbolo: probabilmente intende i conti in banca dei politici!


Cosa fara il pd

La ministra dell’Agricoltura, diventata – suo malgrado – celebre per le polemiche sul suo aspetto fisico dopo il giuramento del governo Conte bis, e dal curriculum di altissimo livello, seguirà Matteo Renzi nel nuovo partito o rimarrà nel Pd ? Le primarie, almeno per il Pd , sono state volute per scegliere il candidato a premier della coalizione di centrosinistra. Queste sono e restano le priorità a cui il dibattito durante le primarie devono dare una risposta politica e programmatica. E questo conferma che oggi il target realistico per il partito di Renzi è più il Pd che Forza Italia i cui elettori hanno una auto-collocazione nettamente di destra. Manovra, Conte: accordo nella maggioranza. Lui non scioglie ancora la riserva e prosegue in una doccia fredda di stop and go.


Una cosa è certa, per ora ha i numeri per creare gruppi autonomi in Parlamento, anche se c’è una particolarità di non poco conto, cioé alcuni renziani sono rimasti all’interno del PD , questa è stata la volontà di non indebolire troppo il PD ? O lasciare qualche suo adepto all’interno per controllarne l’evoluzione? A ben pensare, anche chi ha votato e vota M5S preferirebbe un governo incentrato su ambiente, diritti, democrazia e, dunque, farebbe ponti d’oro ad un avvicinamento con un PD rinnovato. Alla votazione mancavano dei parlamentari del PD in percentualme minore rispetto agli altri gruppi parlamentari, in particolare rispetto a quelli della maggioranza.


Ecco, la cosa è stata aspramente criticata in mattinata, sulle frequenze televisive di La da Paolo Mieli. Calenda si toglie un sassolino dalla scarpa e ricorda a Zingaretti cosa disse, lo scorso luglio, nella sua relazione da segretario del Pd : Confermo che nel caso si arrivasse a una crisi di governo la nostra posizione era, è e sarà sempre la stessa: di fronte a una crisi di queste proporzioni la via maestra sono le elezioni anticipate, non. La differenza rispetto a prima, a quando c’era Renzi, è che dopo le primarie del Pd vinte da Zingaretti non ci sono stati immediati spostamenti tra correnti.


Renzi se li è scelti bene”, dice un parlamentare vicino a Zingaretti, annotando come gli eletti oggi alla Camera e al Senato siano un solido lascito dell’ex segretario del Pd.

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